Ma è mai possibile che con la scusa di creare nuovi posti di lavoro per i disoccupati, la stessa motivazione con cui si crede di poter costruire la centrale nucleare a Palma di Montechiaro (Ag) e con cui il governo di centro-destra e l’udc pensano di farci bere la favola che le centrali nucleari siano sicure….., tutte le industrie più dannose che le altre regioni d’Italia rifiutano si debbano costruire proprio qui in Sicilia?


Ad esempio, si potrebbe parlare di Melilli in provincia di Siracusa sede di un grande complesso petrolchimico e industrie chimiche e, delle sostanze dannose che questi impianti lasciano nell’aria a danno di tutta la collettività, per non dimenticare poi le persone che vi lavorano; questi, infatti, subiscono dosi non elevate ma ripetute nel tempo di agenti nocivi e l’insorgenza di malattie come i tumori può verificarsi a distanza di anni. Melilli insieme a Priolo sempre in provincia di Siracusa con le zone limitrofe gode di un non invidiabile primato (le statistiche e gli studi lo dimostrano) di malattie causate proprio dall’immissione nell’ambiente di sostanze chimiche.


Essendo da poco trascorso l’anniversario dell’unità d’Italia non si può fare a meno di parlare dei problemi del nostro paese e dello stato in cui versa la Sicilia e il meridione e qualcuno, distaccandosi dall’ipocrisia che regna sovrana nel nostro paese soprattutto nel mondo politico italiano, ha messo in luce i soliti e irrisolti problemi tra nord e sud: un nord all’avanguardia e il sud arretrato nelle mani di organizzazioni criminali.


Bene, ora, tralasciando il fatto che le organizzazioni criminali e la criminalità in genere sono diffuse non solo nel sud ma anche nel nord, vedi la famigerata mala del Brenta, il grosso traffico di droga in pieno centro a Milano e in tutto il nord che da qualche parte ovviamente arriva, lo sfruttamento in “quantità industriale” della prostituzione e quindi di povere donne spesso costrette a subire ogni abuso (tanti complimenti alle regioni del nord che parlano spesso di civiltà per fare il solito confronto malizioso e insensato con gli altri, visto che i loro stessi cittadini sono i clienti e senza i quali la prostituzione presto scomparirebbe per l’effetto opposto), violenze sessuali come niente fosse, resta irrisolta la questione energetica della parte settentrionale d’Italia costretta non solo a importare energia dall’estero (come il gas proveniente dalla Russia di cui parlerò brevemente più avanti) ma anche e soprattutto dal meridione. Logicamente gli emiliani, i lombardi , i veneti e tutti gli altri dicono, compresi i loro partiti, che il sud è un peso e che noi gli impediamo di progredire ancora di più (forse verso qualche forma di vita aliena), naturalmente evitando attentamente , forse anche per ignoranza, di mettere in evidenza che la loro economia cresce ai suoi attuali livelli anche per il basso costo dell’energia che gli viene fornita proprio dal sud cioè da quello che loro definiscono un peso da cui liberarsene, energià fondamentale per il mondo moderno e di cui il loro amato nord non può farne a meno.


Negli ultimi anni, nel periodo invernale, il nord trema non solo per il freddo che scende giù dalle Alpi e dalle Dolomiti ma pure per le continue tensioni tra Russia e Ucraina quindi tra la famosa Mosca e Kiev capitale dello stato, l’Ucraina, che nei primi anni “90 ottenne l’indipendenza dall’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche. Dall’ex Unione Sovietica proviene infatti un quantitativo non indifferente di gas indispensabile alle regioni settentrionali incapaci di raggiungere il fabbisogno energetico a differenza di regioni meridionali come la Sicilia e la Puglia che ne producono più del necessario e che convogliano verso il nord. Tensioni tra Ucraina da cui passa il gas ed ex paese “madre” che hanno portato anche alla totale chiusura da parte russa, seppur per brevi lassi di tempo, dei rubinetti del gas cosa che preoccupa non poco le regioni, lo ripeto ancora, quelle settentrionali che sono sprovviste di questo provvidenziale idrocarburo indispensabile per riscaldere le povere zucche vuote nordiste che altrimenti resterebbero in balia del freddo.


Si dice che i rigassificatori servano a trasformare l’Italia in un “hub” cioè in un polo di smistamento e vendita di metano all’estero, sarà vero? Io non ci credo soprattutto perché sono i politici a dirlo, proprio loro che si interessano solo ed esclusivamente del nord.


Mi piacerebbe poter fermare la costruzione del rigassificatore/ecomostro di Porto Empedocle che neanche a dirlo a noi non serve dal punto di vista energetico ma purtroppo è stato approvato anche dall’Unione Europea e qui, ribadisco la mia contrarietà, ci sono comitati pro-rigassificatore speranzosi di qualche posto di lavoro e perciò di far muovere l’economia locale; la mala informazione informazione tra i residenti ha fatto il resto, altre città invece, e Brindisi ne è un esempio lo rifiutano, i motivi?

Non sono immuni da incidenti, quindi esplosioni che causano vittime e numerosi feriti proprio tra i lavoratori e conseguenti danni ambientali proprio come già avvenuto in Belgio, che non è uno stato povero e di cui non possono essere messe in discussione le precauzioni proprio per evitare questi inconvenienti; oltre a ciò, come tutti gli idrocarburi, c’è la consueta dispersione nell’ambiente di sostanze tossiche inalate involontariamente dall’uomo, poi inevitabilmente in alcune zone come in certe parti di Favara, per cause del quale non si vuole indagare l'origine, c’è una maggiore incidenza di tumori dipendente da situazioni simili e di cui la politica volontariamente tace!


Poniamoci qualche domanda: cosa succederebbe se una di queste navi provenienti dai paesi arabi, contenenti gas liquefatto, affondasse al largo del canale di Sicilia o peggio ancora nelle coste agrigentine? Cosa provocherebbe lo scoppio di una di queste navi? Quali danni ambientali potrebbe provocare una semplice falla in questi mostri che galleggiano sull’acqua? La temperatura del gas è ampiamente sotto zero e a contatto con l’alta temperatura del mare non evaporerebbe creando una nube tossica?

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