Prima di salire al governo il sogno tanto decantato della lega nord era il federalismo cioè la possiblità che le comunità si possano autogestire a livello locale, nel nostro caso a livello regionale, quindi una buona parte dei poteri dallo stato centrale passano alle regioni, dal potere fiscale all’istruzione solo per citarne alcuni mentre invece la politica estera e la difesa tra quelle più importanti restano nelle mani dell’amministrazione centrale o meglio di quella che i leghisti definiscono “Roma ladrona”. Le regioni traggono il loro consenso dalle comunità locali, dai cittadini che in questo modo hanno più possibilità di riuscire a far valere le proprie ragioni a differenza di uno stato centralizzato, ed è proprio questo il nocciolo della questione. Secondo questa teoria ogni regione ha carta bianca su alcune questioni che la toccano da vicino.

Prima delle elezioni i vari candidati di centro-destra e centro-sinistra sfoggiano tante belle parole ma ciò di cui si contraddistingue il centro-destra è l’importanza che viene data alla propaganda che rimane tale perché spesso non è seguita dai fatti.

I lavori di costruzione del ponte di Messina secondo l’attuale presidente del consiglio dovevano iniziare nel 2005 ma ora siamo nel 2010 e l’aspetto più stridente di tutto ciò è che ancora, a distanza di cinque anni, non esiste il progetto definitivo di questa struttura e gli unici lavori in corso, i cosiddetti lavori propedeutici, sono lo spostamento di un binario della ferrovia, lavori indispensabili al di là della costruzione effettiva o meno di questo enorme manufatto. L’altro aspetto che caratterizza il centro-destra è che dopo la vittoria elettorale spuntano fuori le sorprese; ovviamente delle cose più scabrose non si parla mai prima delle elezioni perché possono portare ad una perdita di consensi, così il precedente governo Berlusconi dopo le elezioni voleva cambiare l’articolo 18 che portò a non poche manifestazioni che gli fecero cambiare direzione e oggi, con lo stesso metodo, dopo le elezioni ci dice che per risolvere la deficienza energetica del paese o meglio delle regioni del nord bisogna costruire le centrali nucleari. A distanza di un mese circa dalle elezioni regionali continua nella stessa rotta, continua spudoratamente a mentire sulla localizzazione di questi mostri ambientali. Se lui, il centro-destra, può permettersi di fare regali post-elettorali a noi cittadini che siamo lo stato e che abbiamo nelle nostre mani uno strumento importantissimo che è il voto, non vedo perché noi non possiamo farglielo ma prima delle elezioni e il mese di Marzo è un’occasione irrinunciabile per gli elettori.

Tre regioni sono state escluse dalla costruzione delle centrali tra cui l’Abruzzo per il violento terremoto che recentemente lo ha colpito e le altre due, Trentino Alto Adige e Valle d’Aosta, per la conformazione del loro territorio. Altre tre regioni invece hanno dato il loro parere favorevole e sono la Lombardia, il Friuli Venezia Giulia e il Veneto ma le ultime due sono titubanti, la prima cioè il Friuli dice che probabilmente il suo territorio non è idoneo ad ospitare centrali e l’altra, il Veneto, per bocca dei suoi rappresentanti dice che spetterà ai tecnici inviati dall’enel capire se il suo territorio è idoneo o meno, inoltre, il futuro condidato alla presidenza della regione Veneto è molto prudente. La lega e il suo alleato di governo, il pdl, sono convinti di avere già vinto sia in Lombardia che in Veneto e, io, gli auguro di ricevere una sonora sconfitta come quella del presidente americano Obama che si vantava di avere già vinto ma in realtà, in seguito, perse il seggio che apparteneva al defunto Ted Kennedy. Spero che i cittadini di entrambe queste due regioni non si lascino sfuggire l’occasione elettorale per dimostrare quello che pensano del nucleare e che la “debolezza” del candidato alla regione Veneto non sia solo una farsa per trarre in inganno i cittadini.

La conferenza delle regioni riunitasi a Roma ha dato il suo parere negativo alla costruzione di centrali nucleari e tre regioni in particolare quali Puglia, Basilicata e Campania hanno approvato delle leggi che ne impediscono la costruzione sui loro territori e, il governo ha impugnato le loro leggi per impedire che altre ne possano seguire l’esempio. La lega, in tal senso, mostra tutta la sua contraddizione perché ha sempre sostenuto il federalismo e ora si mette contro tre regioni che si avvalgono della possibilità di legiferare in materia energetica, alla faccia della coerenza. Il più agguerrito sostenitore del no al nucleare rimane Nichi Vendola, leader indiscusso di sinistra e libertà e governatore della Puglia, che esporta l’energia in eccesso nelle “regioni della lega”, partito che non perde occasione per attaccare il sud definendolo inutile. Se la lega nord vuole vivere di federalismo che di federalismo perisca, trovi da sola una soluzione alla deficienza energetica del nord oppure questo partito e i suoi elettori la smettano di insultare il sud.

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